Un romanzo immaginario con intendimenti morali e parenetici, in grado di far
partecipe il lettore dei sentimenti più intimi dei protagonisti. C’è questo, e
molto altro, in Se la luna muore (Società
Editrice MonteCovello, su www.montecovello.com;
pp. 100, euro 10).
L’autore preferisce rimanere
nell’anonimato, celandosi sotto
il nome fittizio di Jonathan,
scelta non casuale, ma dettata dal libro che gli ha insegnato l’arte del volo, “Il Gabbiano Jonathan Livingston” di R. Bach.
L’incipit di “Se la luna muore” ci porta da subito in
un paesaggio lunare e marino, reso ancor più
vivido dalle immagini illustrative del
testo.
Jonathan è un gabbiano diverso dal suo stormo, vive
per perfezionarsi e attraverso il sacrificio è giunto a grandi risultati. Soddisfatto
d’essere riusciuto nel suo intento ha un unico rammarico, rimanere SOLO con se
stesso a fine giornata. La sua unica compagnia è la Luna, o meglio Selene… è così
che chiama la sua amante.
Ѐ sempre a Lei che racconta tutto, ed è con Lei che, appoggiando le
sue zampette palmate su di uno scoglio, condivide l’interpretazione di “Vivere il mare” racconto ricco di allegorie e metafore, al quale ognuno
potrà dare una propria chiave di lettura. Ѐ una storia dentro la storia.
Un momento che i due amanti
vivono congiuntamente, vedendosi l’uno lo specchio dell’altro.
Forte è il desiderio di
uscire dalla catalogazione e di ritrovare la propria dimensione.
Fiaba e spiritualità si
fondono. Uguali nell’animo, ma diversi
nelle sembianze. Qui l’amara realtà e le profonde riflessioni sul vero significato
dei rapporti umani. Lo spazio fisico condiviso non basta
più, la dipendenza dall’altro li pervade. Innamorati dell’impossibile. Ѐ necessario arrendersi
all’evidenza? o come scrisse Bach: “Non dar retta ai
tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è
limitato. Guarda col tuo intelletto… allora imparerai come si vola”. Le riflessioni sono aperte.
Jonathan
Se
la luna muore
Società Editrice MonteCovello
euro 10,00